17 DIC - L’accordo sul federalismo fiscale ha sancito che il blocco del turn over e il taglio del 50% della spesa per i precari non si applicano alle Regioni che non sono interessate ai piani di rientro. ”E’ giusto, ed è quello che abbiamo chiesto – commenta la Fp Cgil - ma non è assolutamente giusto che questa opportunità sia negata alle Regioni con Piano di rientro. A rischiare il posto sono 40.000 precari”. Per Cecilia Taranto, segretaria nazionale Fp-Cgil e Massimo Cozza, segretario nazionale Fp-Cgil Medici non vedono di buon occhio il fatto che Regioni “con livelli di compatibilità economica positivi possano programmare piani occupazionali e di stabilizzazione del lavoro precario in un idea di rafforzamento dei servizi ai cittadini e di innalzamento della qualità delle prestazioni. Non è assolutamente giusto, né moralmente accettabile, che questa opportunità sia negata aprioristicamente e centralmente a quei territori nei quali (praticamente più o meno la metà delle realtà regionali) la scarsa possibilità di accesso alle prestazioni, la precarietà dei servizi, gli interventi riduttivi dei piani di rientro già compromettono la debole tenuta dei sistemi sanitari di quelle regioni e la caratteristica universale del diritto alla salute per i cittadini”. Resta, infatti, per la Fp Cgil “ancora tutto da affrontare il nodo centrale e prioritario rappresentato da circa 40.000 operatori della sanità, medici compresi, delle Regioni con piani di rientro dal Lazio alla Campania, dalla Sicilia alla Calabria, dalla Puglia all’Abruzzo, dal Piemonte al Molise”.
In ogni caso il Sindacato riconosce dei lati positivi anche se sottolineano che la battaglia sarà ancora lunga. “L’intesa, come detto, è un primo parziale risultato della battaglia della Fp-Cgil e della Fp-Cgil Medici, nell’ambito della campagna più generale del sindacato sul precariato, a difesa dei servizi della sanità pubblica e dei diritti di chi quotidianamente vi opera. Una battaglia che, per quanto ci riguarda, continua con la precisa richiesta di procedere alla proroga dei contratti di lavoro in scadenza e all’immediato avvio dei percorsi di stabilizzazione anche per le regioni escluse dall’intesa di ieri sul federalismo”.
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