FESTE di Natale a rischio negli ospedali e nei pronto soccorso pugliesi. Ma non sarà un'emergenza temporanea. La carenza di medici e infermieri che si manifesterà a partire dai prossimi giorni sarà l'effetto del mancato rinnovo di tutti i contratti a tempo determinato. Il 31 dicembre ne scadranno ben 600 di contratti tra personale medico, portantini, infermieri e tecnici di laboratorio. Ma le corsie hanno già cominciato a svuotarsi perché i lavoratori in scadenza stanno smaltendo le ferie arretrate e si stanno guardando intorno alla ricerca di un posto di lavoro in strutture private o fuori dalla Puglia. Per gli utenti degli ospedali pugliesi la situazione peggiore sarà proprio quella a ridosso delle festività natalizia quando ai tagli di personale si sommeranno le ferie e la mancata partenza del programma di mobilità interna attivato dall'Asl per compensare la scadenza dei 600 contratti a tempo determinato. «La situazione per questi lavoratori è drammatica - tuona Pino Gesmundo, segretario provinciale della Funzione pubblica Cgil - dopo anni di contratti a tempo escono dal mercato del lavoro e difficilmente potranno rientrarvi per effetto del blocco del turnover previsto dal piano di rientro e dei tagli di Tremonti». L'Asl di Bari si è impegnata a prolungare il contratto solo ai lavoratori del servizio emergenza. Ma si tratterà solo di un rinnovo di tre mesi. L'aspetto più drammatico invece riguarda i lavoratori degli ospedali e delle Asl che offrono servizi a domicilio agli ammalati. Saranno tutti licenziati. «L'ennesima contraddizione della sanità di Vendola accusa Gesmundo - che da un lato vuole promuovere la deospedalizzazione e dall'altro licenzia i lavoratori che la mettono in pratica». Su questo tema la Cgil ha organizzato un grande incontro pubblico previsto al Castello Svevo il prossimo 15 dicembre. «Voglia ascoltare le ragioni di Asl e Regione ma se non otteniamo risposte non escludiamo azioni clamorose. Medici e infermieri sono pronti a passare il Natale sui tetti degli ospedali». E Natale nella sede dell'Asl sono pronti a passarlo anche i 600 dipendenti delle cooperative di pulizia, guardiania e mensa che lavorano nella provincia di Lecce. I dipendenti che hanno visto la loro internalizzazione bloccata dalla firma del piano di rientro del deficit sanitario hanno occupato la direzione dell'azienda sanitaria di Lecce e minacciano di mantenere in piedi il presidio fino alla risoluzione della loro vertenza. Una delegazione di lavoratori ha incontrato ieri il presidente della Regione Nichi Vendola e l'assessore Tommaso Fiore durante una pausa della giunta sul bilancio. «Voglio esprimere solidarietà ai lavoratori che chiedono la stabilizzazione - ha sottolineato Vendola dopo l'incontro e dire loro che la partita politica si è appena aperta. Sarò al loro fianco e ricordo a quegli esponenti del centrodestra, che dicono di esserlo anche loro, che loro in Parlamento possono agire perché sia modificata la norma del piano di rientro che blocca le assunzioni. Per il piano di rientro - ha concluso Vendola - per ora abbiamo subito una sconfitta, la abbiamo accettata ma non ci fermeremo qui per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori sanciti anche da sentenze». - PAOLO RUSSO
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