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Movimento "LA NUOVA RESISTENZA 25 MARZO 2011". Partigiani sempre.

Movimento "LA NUOVA RESISTENZA 25 MARZO 2011". Partigiani sempre.
Partigiani sempre

lunedì 28 maggio 2012

IL GOVERNO BLOCCHI LE MOBILITA' , SBLOCCHI IL TURNOVER E ATTIVI I CONCORSI PER STABILIZZARE I PRECARI STORICI DELLE ASL (INFERMIERI E MEDICI)



Mentre il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, incentiva i giovani ad entrare in politica, i quarantenni con famiglia e senza lavoro, si suicidano.
Proprio oggi l’ennesimo suicidio di un operaio 44enne originario di Rieti, trovato in bosco di Acquasparta, il quale aveva perso il lavoro da circa un anno senza riuscire a trovare un'altra occupazione nonostante le ripetute ricerche.
Stessa sorte ha costretto  al suicidio un uomo di 53 anni di Ancona che si è gettato dal terzo piano della sua casa di Corinaldo proprio quando sotto casa si trovava a passare il figlio.
Questo stato di profonda prostrazione per la mancanza di lavoro è condizioni costante di chi lavora con contratti atipici e precari.
Queste sono le conseguenze della flessibilità, oltre che della crisi economica.
La casta politica, il Governo Monti, e il Ministro Fornero non possono non affrontare l’incidenza dei suicidi degli ultimi mesi e quindi eliminare tutte le forme di precarietà dalla riforma del lavoro.
La perdita del lavoro, condiziona negativamente anche i matrimoni portandoli inesauribilmente sull’orlo del precipizio e del divorzio.
Solo una mente diabolica e una casta egoista può preferire la flessibilità alla stabilita lavorativa.
I signori politici romani hanno indebitato gli italiani con i finanziamenti ai partiti, con stipendi e pensioni d’oro ed altro, dimenticandosi d’ascoltare il popolo sovrano che grida giustizia ed equità e rispetto della Carta Costituzionale alla quale hanno giurato.
Questa casta deve andare a casa ora, senza ulteriormente procrastinare; tanto le riforme saranno ulteriori porcate,  il popolo nonostante l’attuale legge elettorale, la porcellum, saprà comunque ben scegliere, ovvero si asterrà dal voto, voterà scheda bianca, voterà nuovi movimenti politici e manderà a casa tutti i partiti detentori del sapere politico.
 Il lavoro malato (flessibilità) porta al tentato suicidio di molte donne sole con figli, mutui e prestiti da pagare.
La depressione dei lavoratori precari è una malattia, una sindrome che induce malessere: crisi d’ansia, problemi alimentari, fino ai disturbi post traumatici di stress.
Patologie che sono lo specchio di un disagio ben più profondo che può portare fino al suicidio.
Il governo oltre a far quadrare i conti in rosso di uno stato indebitato a causa dell’incapacità  dei politici, aiutare le banche, gli imprenditori che fanno affari con la pubblica amministrazione e salvare la casta, null’altro ha fatto.
Ad esempio, nella pubblica amministrazione sarebbe opportuno modificare celermente l’istituto della mobilità volontaria che permette al dipendente di passare direttamente a un’amministrazione diversa.
Il D.lgs. 165 del 30 marzo 2001 (successivamente ripreso nella finanziaria 2005) imporrebbe il ricorso preventivo alla mobilità, pena nullità di eventuali ulteriori procedure concorsuali.
In Puglia a causa del piano di rientro, del piano di riordino ospedaliero e del blocco de turnover imposti dal Governo, le Asl e le Macro-Aziende quale il Policlinico di Bari hanno sostenuto e garantito il diritto alla salute solo attraverso l’uso forzato e obbligatorio dei lavoratori atipici.
Questi medici e infermieri da anni hanno lavorato negli ospedali pubblici solo dopo aver sostenuto un avviso pubblico e rispettato una graduatoria pubblica.
Questi sono stati impiegati con contratti semestrali rinnovabili fino al limite imposto dalla comunità europea di 36 mesi.
Questo limite rappresenta un massimo di periodo nel quale l’azienda dovrebbe indire ed espletare concorsi per assumere nella misura più opportuna.
Ciò in Puglia non è accaduto, noi precari siamo ancora in attesa che questo governo sblocchi il turnover e consenta d’indire concorsi, augurandoci che venga rispettata la percentuale che la norma riserva agli interni, ovvero a chi ha lavorato con contratti a tempo  determinato.
Qualora ciò avvenga l’istituto della mobilità volontaria prevede l’obbligo di utilizzare la stessa rispetto al concorso o allo scorrimento delle graduatoria.
Questa priorità a parere di chi scrive, dovrebbe essere disattesa in questo particolare periodo storico di crisi, per il procrastinarsi dei blocchi dei concorsi e per l’uso obbligato e forzato di professionisti con contratti atipici e precari.
Il Governo, deve intervenire immediatamente affinché s’inverta la priorità della copertura di posti mediante mobilità nel comparto sanitario rispetto al concorso che stabilizza il personale precario.
Esigenze di servizio, ad esempio, potrebbero preferire procedure concorsuali che stabilizzano i precari storici, anziché coprire detti posti con la mobilità.
L’ingiustizia che il personale sanitario del meridionale deve sopportare è data dal fatto che la conquista di un contratto stabile, può  avvenire solo in regione del nord non interessate dai piani di rientro.
Dunque le procedure di mobilità prima dei concorsi potevano avere una logica qualora a tutte le regioni e per tutte le ASL, fosse stato imposto il blocco dei concorsi.
Ma ciò non è accaduto e privilegiare con la mobilità chi ha già un lavoro stabile è ulteriore conferma della volontà di tralasciare i bisogni, le esigenze di una classe sociale che vive lavorando onestamente.
Il d.lgs. 30 marzo 2001, n. 165 che impone le mobilità prima dei concorsi, deve essere momentaneamente inapplicata, finche le Asl potranno assumere personale stabile.

Domenico CIRASOLE

sabato 26 maggio 2012

Aumentano i precari, collassano la P.A. e gli ospedali, e la casta non rinuncia ai finanziamenti dei partiti.



La maggioranza politica che sostiene questo governo non essendo stata scelta dal popolo non può permettersi l’onore di stravolgere la nostra società, la nostra democrazia.

Prossima volontà di una parte della maggioranza è vedere Berlusconi presidente della Repubblica stravolgendo la carta costituzionale.

Questo strano interessamento a problemi che nono sono del popolo fa intuire il totale disinteresse della casta sui problemi reali del paese.

Nel mentre lavoratori sognano pensioni, esodati che stentano a sopravvivere, contributi silenti svaniscono nelle casse degli enti previdenziali, la casta si occupa dei finanziamenti ai partiti che ovviamente non vengono eliminati, ma solo limati, si finanziano le imprese che vivono d’appalti con la Pubblica amministrazione.

Tutto ciò ha reso gli italiani apatici alla classe politica, e lo hanno dimostrato alle elezioni amministrative.

La maggioranza degli italiani è indignata, e quindi ha scelto di non votare o di votare liste civiche o nuovi soggetti politici neo-nati.

La casta per mezzo del governo vuole tutto il mondo che lavora, non solo subalterno alla classe imprenditoriale, ma anche eternamente precaria.

Ci sono quasi riusciti nel settore privato e a breve ci riusciranno nel pubblico impiego.

Nonostante le mille bolle blu spese per convincerci che la flessibilità rilancerà l’economia, grazie ai finanziamenti internazionali, nessuno sottolinea gli effetti della precarietà nella nostra società.

Secondo l’Istat nel 2011 l'incidenza dei precari sul complesso del lavoro subordinato e' al top.

Dal 1993 al 2011 gli occupati dipendenti a termine sono cresciuti del 48,4 per cento (+751 mila unita') .

Dopo il 2000 il tasso cresce fino al 50 per cento del 2005-2006 e si porta fino al 56,3 per cento nel periodo 2010-2011.

E’ evidente la discesa dell'occupazione a tempo pieno e a durata indeterminata (-105 mila unita' pari a -0,6 per cento) ed e' cresciuta quella a tempo parziale e indeterminato (+63 mila).

Molti lavoratori hanno accettato un lavoro a orario ridotto non riuscendo a trovarne uno a tempo pieno, accettando contratti a tempo determinato e di collaborazione di breve durata ossia fino a sei mesi (8,8 per cento pari a +83 mila unita').

Tutte queste unità vivendo di sei mesi in sei mesi, non potranno mai formare una famiglia, comprare casa, auto e vivere a pieno in questa società, per anni, per molti anni.

L’esempio tipico è dato dai precari della P.A. che colmano le lacune degli ospedali, ma che non potranno mai vedere il loro contratto trasformato.

La stessa realtà si verifica nel privato, ma nessuno lo denuncia.

Negli ospedali pugliesi il governo nazionale ha scelto di bloccare i concorsi, di mandare a casa i precari e d’assumere solo attraverso le mobilità extra-regionali.
Domenico Cirasole

venerdì 25 maggio 2012

Lapsus di Angelino Alfano "Berlusconi presidente della Repubblica"

LA CASTA MODIFICA LA COSTITUZIONE, E BERLUSCONI DIVENTERA' IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA.


HANNO DISTRUTTO LA NOSTRA ECONOMIA, FATTO FALLIRE GLI ARTIGIANI, FINANZIATO I PARTITI, INTRODOTTO LA PRECARIETA' IN ITALIA, INNALZATO L'ETA' PENSIONABILE, DISTRUTTO LO STRATO SOCIALE, CANCELLATO LA SANITA' PUBBLICA, INDEBITATO L'ITALIA, DISTRUTTO LA SCUOLA E LE UNIVERSITA', SI SONO COALIZZATI CON I DEMOCRATICI DI SINISTRA, CAUSATO TURBE DEPRESSIVE AGLI ESODATI, DISTRUTTO LE FAMIGLIE.


E NON MOLLANO.......


A CASA TUTTI E SUBITO, COME A CASA ORA SI TROVANO I PRECARI DELLA P.A., E GLI INFERMIERI SFRUTTATI DALLA STATO CHE NON APPLICA LE LEGGI EUROPEE A DIFESA DEL LAVORO PRECARIO.


HANNO BLOCCATO I CONCORSI, IL TURN OVER DEL PERSONALE DELLA PA, ASSUMONO SOLO CON MOBILITA' CHE PREMIA CHI HA GIA' UN LAVORO.


VOGLIONO INTRODURRE LE STESSE MODIFICHE DELL'ARTICOLO 18, MA NESSUNO PARLA DI APPALTI E TRUFFE, ED APPLICAZIONE DELLA RESPONSABILITA' AMMINISTRATIVA DEGLI ENTI PUBBLICI (231/01) E DI REPONSABILITA' CIVILE E PERSONALE DEI PARTITI E DEI POLITICI.


E' CAUSA LORO SE ORA L'ITALIA E' INDEBITATA .


MA CHI RACCONTA CIO'??


 SONO TUTTI CORROTTI, SINDACATI, PARTITI, EDITORI.


TUTTI A CASA PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI PER LA NOSTRA DEMOCRAZIA.


DOMENICO CIRASOLE


mercoledì 9 maggio 2012

10 maggio 2012 : La giornata nazionale contro il precariato






"Il testo della riforma tradisce le tante promesse rivolte ai giovani e ai precari e i piccoli passi in avanti non sono certo sufficienti ad affrontare i problemi principali del mercato del lavoro". 


La CGIL rilancia oggi la giornata nazionale di mobilitazione contro la precarietà indetta per giovedì 10 maggio dal Comitato Direttivo della Confederazione. 


Oggi, si terrà una manifestazione presso la  Piazza del Pantheon che vedrà la presenza del Segretario Generale Susanna Camusso; oggi, mentre i giovani e meno giovani -ormai tutti precari grazie alla flessibilità in entrata e uscita- scendono in piazza e sempre più lavoratori, imprenditori, artigiani si tolgono la vita è ridicolo ascoltare le polemiche sui finanziamenti.

La casta, deve restituire tutto quanto percepito indebitamente e deve andare a casa per aver negli anni introdotto la flessibilità quale regola contrattuale.

L’Italia ha necessità di tanti nuovi piccoli movimenti, partiti, giovani puliti non solo sul viso, ma anche nel cuore, che credano nella democrazia; ma attenti a questi non deve essere versato nessun contributo pubblico.

Facciamo rispettare la volontà del popolo sovrano espressa nel 1993.

Alla Casta, chiusa nei palazzi del potere, giro il monito di Aldo Moro e l’invito di Peppino Impastato che morivano il 9 maggio di trentaquattro anni.

«Alto e difficile compito è dunque il nostro, specie in presenza della diffidenza, del malcontento, dell’ostilità che, bisogna riconoscerlo, predominano oggi nell’opinione pubblica. [...] È doveroso considerare come importante lo stato d’animo degli italiani, il sospetto nei confronti del mondo politico, la convinzione che del torbido ci sia, e vada scoperto ed eliminato. E una forza spontanea che potrebbe rompere gli argini, come talvolta fa, pericolosamente, la furia popolare. Si deve essere attenti a queste cose, per senso di giustizia e per accortezza politica. [...]». Perchè quel sospetto che sottolineava l’on. Moro – oggi, come allora – è un «Sospetto di indulgenza o sospetto di severità, sospetto di insabbiamento o sospetto di persecuzione [...]».

Di Peppino Impastato, voglio rammentare un passaggio di una poesia di Vladimir Majakovski a lui cara
 
«Non rinchiuderti, partito, nelle tue stanze, resta amico dei ragazzi di strada». 

lunedì 7 maggio 2012

I PARTITI ROMANI (LA CASTA POLITICA ) NON HANNO ANCORA CAPITO LA LEZIONE: DEVONO TAGLIARE I PRIVILEGI, LE PENSIONI, GLI STIPENDI, RESTITUIRE I FINANZIAMENTI PERCEPITI, E POI TORNARE TUTTI A CASA.

Qualcuno scuota il popolo dell'astensione (35% degli aventi diritto al voto)!

L’Italia non può essere rappresentata da sindaci scelti dalla metà dei cittadini più uno, di cui solo due terzi hanno votato; è inaccettabile che poco più del 30% degli aventi diritto al voto scelga per tutti.


In queste elezioni amministrative, il popolo “sovrano” si allontana sempre più dalla “Privilegiata Casta Politica Romana”; la casta ladra ha forse capito la lezione che i cittadini hanno voluto dare ai professori.

I partiti che siedono a Roma, nessuno escluso, hanno il dovere di  ascoltare il 35% del popolo astensionista.

Il giovane popolo dell’antipartito vuole mandare a casa professori e casta; se poco più del 65%  ha votato, è solo grazie ai movimenti nascenti (movimento 5 stelle) e alla moltitudine di liste civiche. La domanda sorge spontanea: che fine hanno fatto e faranno i vecchi partiti “baluardi” della nostra politica?

Cosicché quello del “non voto” (astenuti, schede bianche e schede nulle) si è confermato il vero primo partito.

L’astensionismo, però, non è forse il modo migliore di protestare conto la casta, non il modo più efficace di lottare per una classe; quella classe dell’uomo che lavora, in condizioni precarie, con contratti precari, “schiavi” in uno stato dittatoriale.


Solo il voto è sinonimo di democrazia !!

Ora tutto il popolo si aspetta una presa di coscienza e di coraggio da parte della “casta” che li porti a:
1.           tagliare i costi della politica (privilegi, stipendi, pensioni, consulenze, finanziamenti, enti, ecc.);
2.           restituire quanto percepito indebitamente con i finanziamenti;
3.           modificare la legge elettorale (doppio turno, proporzionale-plurinominale);
4.           tornare a casa e consentire al popolo di recarsi alle urne per eleggere un nuovo governo. Un governo che faccia le giuste scelte economiche e sociali: eliminare il precariato, soprattutto nella Pubblica Amministrazione.

Domenico CIRASOLE

ASCOLTATELO TUTTI!!




sabato 5 maggio 2012

Crisi: precario si impicca nell'ennese.



Cordoglio per l’ennesima morte di un precario che si impicca perché precario.

L’uomo aveva 47 anni, sposato e padre di due figli, si e' suicidato nell'ennese, impiccandosi.

La recente riduzione del salario e delle ore di lavoro lo avrebbe gettato nello sconforto, spingendolo al gesto estremo.

La precarietà è la condizione voluta da tutta la casta romana che vota MONTI E FORNERO.

Ma noi possiamo mandarli a casa non votando i loro partiti.

Domenico CIRASOLE

giovedì 3 maggio 2012

I PRECARI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE RINGRAZIANO I GIUDICI CORAGGIOSI E CHIEDONO CHE VADANO A CASA MONTI , FORNERO E TUTTA LA CASTA..


La Casta Romana, che riforma il mondo del lavoro privato, inserendo la flessibilità in uscita e mantenendo in vita quella in entrata, dovrebbe immediatamente colmare la disparità di trattamento dei precari statali.

Tutte bugie le formule magiche narrate sulla flessibilità quale soluzione universale della crisi economica-finanziaria.

Il lavoro flessibile ha  condannato migliaia di giovani prima alla sopravvivenza con contratti semestrali e poi alla disoccupazione di lunga durata.

La Fornero che vuole ulteriormente modificare il mercato del lavoro deve andare a casa a ripetere prima la lezione.

Lei deve considerare bene il suo agire che distruggerà ulteriormente i destini sociali di milioni di persone.

Tutti i giovani precari degli anni ottanta e novanta, continuano ad esserlo ancor'oggi, ormai ultraquarentenni, depressi, senza famiglia, casa, e futuro pensionistico.

Questo dimostra che il lavoro flessibile non costituisce una via d’accesso verso un lavoro stabile e meglio garantito.

Tutte bugie quelle del Ministro Fornero e di Mario Monti.

Se la regola d’attratte aziende straniere e capitali stranieri è quella di ridurre il costo del lavoro, i nostri illustri professori devono spiegarci perché questa eccezione è diventata regola per tutte le aziende italiane.

Ma la conferma che la flessibilità ha come intento di sfruttare il lavoratore rendendolo precario a vita nella società è data dall’uso indiscriminato, costante e perpetuo di quelle aziende che con i capitali esteri non hanno nulla a che fare, ovvero le pubbliche amministrazioni.

Queste ricorrono in massa ai contratti flessibili, che penalizzano i lavoratori eliminando diritti e fissando retribuzioni anche del 30% inferiori rispetto al lavoro dipendente stabile.

La Casta ha costretto la Pubblica Amministrazione a sostituire con lavoratori flessibili e atipici una miriade di pensionati, attraverso il blocco del turn-over.

Diciamo la verità, è impossibile che un contratto flessibile diventi stabile.

Questa regola è vera nel pubblico, ma anche nel privato.

Basta guardare il numero di ricorsi ai Tribunali e il coraggio di giudici che nonostante il tentativo della Casta Romana di rendere tutti precari a vita, hanno sentenziato risarcimenti e trasformazioni di rapporti di lavoro da precari a stabili.

Questi giudici tentano di rompere il supermarket del lavoro, dove si trovano contratti a basso costo, contratti di associazione in partecipazione, false partite Iva, stage.

Altro che antidoto alla crisi e alla disoccupazione giovanile, la flessibilità è una trappola basata su bassa retribuzione, discontinuità contrattuale e protezione sociale nulla.

E’ bene ricordare i nomi di alcuni giudici che lottano contro la Casta dando ragione ai precari statali.

Rendiamo grazie al giudice Chirone di Trani (sentenza n. 2262/12),  giudice Brudaglio (sentenza n. 2296/12) che con altri cercano di sbriciolare le leggi edificate dalla casta.

Grazie a loro, l’Amministrazione è stata obbligata a risarcire i danni per diverse centinaia di migliaia di euro e a stabilizzare precari in deroga al principio di non consentire mai la conversione del rapporto di lavoro flessibile nella P.A.

Il loro coraggio merita un riconoscimento da parte di tutti i precari, perché nonostante il precariato nella P.A. dilaga, nessun giurista affronta la problematica con visione critica.

Loro, invece, hanno disatteso l’eccezione di difetto di giurisdizione, l’eccezione di incompetenza funzionale del giudice, l’eccezione di prescrizione, hanno inoltre affermato i diritti dei precari ricercando il fondamento giuridico nella direttiva comunitaria 1999/70/CE.

Loro sono i nostri paladini, veri eroi, che tentano di fare giurisprudenza a difesa del lavoratore.

I precari statali sfruttati da anni, se fossero stati dipendente di un’impresa privata non avrebbero avuto contestato il diritto alla stabilizzazione, essendo palesi le esigenze strutturali dell’impiego e  l'abuso da parte del datore di lavoro.

La casta ha innalzato paletti che illudessero l’applicazione delle norme europee, ma difatto questi venivano subito abbattuti con altre norme opposte e contrarie (D.lgs. 368/01; D.lgs. 165/01;  L. 247/2007), un pò come è successo con il finanziamento dei partiti, eliminati dalla porta e rientrati dalla finestra.

Come ha osservato la Corte di giustizia europea, nell’ordinanza del 1 ottobre 2010 (causa C-3/10), nel settore pubblico, il legislatore è intervenuto per evitare il ricorso abusivo dei contratti a tempo determinato, aggiungendo una durata massima oltre il quale il contratto di lavoro può essere ritenuto concluso a tempo indeterminato.


Il giudice europeo soltanto per questa ragione ha ritenuto la disciplina nazionale rispettosa della normativa comunitaria, stante il suo carattere proporzionato, sufficientemente effettivo e dissuasivo.

Tale modifica del D.lgs. 368/01 rispetta anche il contenuto precettivo dell’art. 97, c. 3 della Costituzione visto che la stabilizzazione trova la sua forma in una espressa norma di legge e visto che l’assunzione è la legittima conseguenza del posizionamento in graduatorie (pubblico concorso), come ha ricordato la Consulta nella sentenza n. 41/11.

Ma la Casta, in tutti i modi cerca di vincere la battaglia imponendo nuove norme, come accaduto con l’art. 1 del D. L. 134 del 25 settembre 2009 con il quale è stato deciso che i contratti a tempo determinato non possono mai trasformarsi a tempo indeterminato.

La nuova regula, si applica dal 25 settembre 2009 e trova una conferma nel D. L. n. 70 del 13 maggio 2011 che ha esteso con decorrenza di quella data l’inapplicabilità della conversione del contratto.

Questa è l’evidenza dei fatti!!

Questa è la regola che vogliono imporre a tutti i lavoratori!!


Certamente non per attrarre capitali!!

E’ palese, evidente, disarmante l’intenzione del Governo Monti e della Casta Romana!!!!!!!!!

Hanno edificato leggi discordanti, pur di non applicare in Italia la normativa comunitaria che rende illegittimi tutti i contratti flessibili.

Hanno inserito un risarcimento irrisorio che non ottiene alcun effetto deterrente, visto che il “malvezzo” continua nelle Amministrazioni Statali.

La stessa Consulta, infatti, nella sentenza n. 303/11 ha asserito che la stabilizzazione del rapporto di lavoro è la tutela più intensa che il lavoratore precario possa ricevere.

Ciò non contrasta con l’art. 97 della Costituzione che rimane osservato nel prevedere l’assunzione da graduatoria come prodotto finale di un procedimento concorsuale.

PER TUTTO QUANTO PREMESSO CHIEDIAMO LA STABILIZZAZIONE DEL PERSONALE INFERMIERISTICO DELLE ASL DELLA REGIONE PUGLIA A CUI LA CASTA ROMANA HA IMPOSTO UN BLOCCO DEI CONCORSI (TURN-OVER) LUNGHISSIMO.

DOMENICO CIRASOLE
INFERMIERE PRECARIO
DOTTORE IN GIURISPRUDENZA
ASPIRANTE AVVOCATO



mercoledì 2 maggio 2012

LA CASTA POLITICA INSULTA I CITTADINI E I PRECARI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE CHE ATTENDONO I CONCORSI



Il governo dei professori e tecnici presieduto da Mario Monti chiede ai cittadini consigli su come tagliare gli sprechi.

Questa domanda non è stata posta quando hanno aumentato l’età pensionabile così come non hanno chiesto se  accettiamo gli effetti  della riforma del mercato del lavoro che non elimina la flessibilità in entrata ed aggiunge quella in uscita.

Nel lontano ’90 gli italiani dichiararono di eliminare i finanziamenti ai partiti, e ad oggi nessuno ha mosso un dito.

La casta romana che manovra il governo Monti continua a prenderci in giro, vuole che tutti gli italiani dicano in coro:
  • 1.   Privatizziamo la sanità. Cosi in molti non potranno pagarsi i costi del rianimatore e decideranno di far morire il vecchietto che non si sa dove metterlo;
  • 2.       Privatizziamo le università (anzi tutta la scuola), così in molti ritorneranno a lavorare nei mercati generali e nelle raccolte dei pomodori. Almeno eviteremo la necessità di far entrare e vivere come invisibile la manodopera extracomunitaria;
  • 3.       Privatizziamo gli asili nido! Cosi le donne smetteranno di fare figli e saranno produttive nelle fabbriche di proprietà dei mercati finanziari e delle banche;
  • 4.       Tagliamo i fondi per le forze dell’ordine! Così i cittadini dovranno pagarsi le rondini di paese;
  • 5.       Tagliamo le pensioni! Così i pensionati mangiando meno, raggiungeranno presto il Buon Dio;
  • 6.       Tagliamo gli ammortizzatori sociali per chi perde il lavoro! Così questi si lanceranno da un balcone e non fanno aumentare i tassi Istat di disoccupazione;
  • 7.       Eliminiamo comuni, provincie, circoscrizioni,  regioni! Cosi lasciamo tutto il potere decisionale ai signori della casta romana;
  • 8.       Chiudiamo tribunali provinciali! Così la giustizia sarà lentissima e si farà prima a fare da se, o grazie agli amici del malaffare;
  • 9.       Accentriamo gli acquisti! Così per l'appalto di una bottiglia d’acqua passeranno anni, e decideranno i soliti poteri;
  • 10.   Tagliamo i fondi per gli uffici presenti nel territorio! Cosi si dovrà andare tutti a Roma per aggiornare la propria carta d’identità;
  • 11.   Eliminiamo gli enti pubblici, che spendono in consulenze e in gettoni! Ma vendiamoli ai soliti amici;
  • 12.   Eliminiamo gli enti di vigilanza! Così le scalate saranno semplici;
  • 13.   Eliminiamo gli acquisti di beni! Così gli ammalati li curiamo con l’aria;
  • 14.   Eliminiamo gli affitti! Così possiamo comprare gli immobili più costosi degli amici;
  • 15.   Cacciamo personale precario e a tempo determinato! Così eliminiamo la spesa per il personale, e in ospedale a somministrare farmaci vi saranno robot;
  • 16.   Prolunghiamo il blocco del turnover così a difendere i cittadini, e a massaggiare gli infartuati vi saranno dipendenti pubblici con il bastone, o volontari;
  • 17.   Chiudiamo Pompei ed i musei così non dovremmo preoccuparci di nuovi crolli;
  • 18.   Eliminiamo il turismo con il nucleare, rigassificatori, treni lenti, strade pericolose, voli cancellati;
  • 19.   Manteniamo in vita tutti gli enti previdenziali, così che ad ogni passaggio si perdono anni di contributi versati inutilmente (silenti);
  • 20.   Eliminiamo i consigli delle autorità garanti, così vi sarà meno democrazia, più autonomia nell’aumentarsi ulteriormente gli stipendi e meno controllo;
  • 21.   Svendiamo terreni e immobili al peggiore offerente;



La casta romana vuole anche che non tocchiamo:

  • 1.       La  Presidenza della Repubblica;
  • 2.       La  Corte costituzionale
  • 3.       Il Parlamento (la casta romana)
  • 4.       I finanziamenti pubblici a partiti, sindacati, giornali di colore;
  • 5.       Le retribuzioni d’oro dei manager;
  • 6.       Le auto blu e grigie;
  • 7.       I voli di stato;
  • 8.       L’acquisto di carrarmati e aerei da guerra;
  • 9.       Contenimento della spesa per il personale;
  • 10.   La TAV;
  • 11.   I vitalizi d’oro reversibili;
  • 12.   Super stipendi dei parlamentari;
  • 13.   Doppi incarichi pubblici remunerati a peso d’oro anche se assenti;
  • 14.   I fondi neri in svizzera;
  • 15.   Gli autisti delle auto blu;
  • 16.   Le false consulenze fiscali e legali;
  • 17.   Gli uffici extralusso;
  • 18.   I consiglieri d’amministrazione;
  • 19.   I massaggi benessere
  • 20.   Le fondazioni bancarie;
  • 21.   Gli enti benefit;
  • 22.   Gli yacht milionari non dichiarati;
  • 23.   I benefit dei presidenti delle camere;
  • 24.   Le speculazioni in borsa di politici;


E' evidente l’inefficienza e il tradimento della casta politica romana che dovrebbe risarcire il polo italiano, dimettersi al più presto senza mai più ripresentarsi candidata.

Domenico CIRASOLE
INFERMIERE PRECARIO