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Movimento "LA NUOVA RESISTENZA 25 MARZO 2011". Partigiani sempre.

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Partigiani sempre

mercoledì 28 dicembre 2011

ASL BARI : CAPODANNO DI FUOCO PER GLI INFERMIERI PRECARI



Mancano proroghe e nuovi incarichi, i mille restano a casa, e la mobilità avanza.

Nessuna delibera del Direttore Generale Domenico COLASANTO della ASL BARI ha fatto chiarezza sui molti infermieri con scadenza il 31.12.11 e su chi è da mesi a casa.
Per alcuni di loro è possibile prorogare i contratti sino ad un massimo di 36 mesi, ma a pochi giorni dalla scadenza nulla è stato detto.
La scelta di prorogare i contratti sino a detto limite è già avvenuta per gli infermieri i cui contratti scadono nel corso del 2012 completando i 3 anni di lavoro precario.
Detta scelta consentita dalla legge (d.lgs. 368/01) permette al sistema sanità di garantire un adeguato livello di continuità assistenziale in particolare nei reparti chirurgici e d’emergenza.
E' incomprensibile come ad oggi detta sceltà non sia stata ancora attuata e comunicata nei diversi reparti ospedalieri della provincia di Bari , che non sanno come affrontare l’emergenza.
A pochi giorni dal 2012  negli ospedali si fanno i botti per colmare le carenze dei professionisti mandati a casa ; botti evitabili con una semplice proroga fino al raggiungimento dei limiti di legge.
Mentre tutto ciò accade, grazie ad una circolare dell'Assessore Regionale alla Sanità TOMMASO FIORE sono stati ri-stabilizzati i dirigenti della sanità (medici-amministrativi) ciò al fine di eliminare un oneroso esborso per la Regione Puglia in vista dei molteplici risarcimenti già previsti dai Tribunali.
Ciò contrasta con l'assenza di chiarimenti del Direttore Generali della ASL BARI che fa intuire il vicino licenziamento degli infermieri precari alla scadenza del contratto previsto il 31.12.11.
La Politica non ha voluto equiparare il personale dirigenziale de-stabilizzato portandolo sullo stesso livello di chi lavora da anni come infermiere precario.
La Sentenza della Corte Costituzionale, ha  interrotto un percorso di stabilizzazione che avrebbe coinvolto nel tempo anche gli attuali infermieri precari.
Gli attuali infermieri precari in servizio da più di 36 mesi, non hanno mai firmato un contratto di lavoro a tempo indeterminato, anzi hanno da sempre lavorato con contratti semestrali, e per effetto della sentenza della Suprema Corte posseggono gli stessi requisiti di legge (anzianità e ampia prova delle loro capacità) degli attuali de-stabilizzati, inoltre per loro, come per i re-stabilizzati, i primi Tribunali riconoscono un risarcimento pari a 20 mensilità.
Gli infermieri si auspicano che al fine d’evitare ingiustizie e disparità di trattamento tra chi ha potuto usufruire di un canale privilegiato, e chi sta pagando sulla propria pelle una lentezza burocratica e mala-gestio, della quale non può avere ovviamente alcuna responsabilità, si possa trovare una soluzione per garantire un inquadramento definitivo dei professionisti che hanno dato ampia prova delle loro capacità nel corso degli anni, e chiudere una vicenda che si trascina da troppo tempo.
Siamo sicuri che il governatore Nichi VENDOLA sia ancora pronto a regalare Giustizia -nonostante il Natale sia già trascorso-, prorogare i contratti degli infermieri precari fino al raggiungimento dei 36 mesi, bloccare le ingiuste mobilità, evitare assunzioni con contratti atipici, dare lavoro ai mille rimasti a casa.
Domenico CIRASOLE

lunedì 26 dicembre 2011

Sanita' Puglia: Botti negli ospedali al collasso per assenza di proroghe agli infermieri in scadenza il 31.12.11

Nessuna delibera del Direttore Generale Domenico COLASANTO della ASL BARI, ha fatto chiarezza sui molti infermieri con scadenza il 31.12.11.
Per alcuni di loro è possibile prorogare i contratti sino ad un massimo di 36 mesi, ma a pochi giorni dalla scadenza nulla è stato detto.
La scelta di prorogare i contratti sino a detto limite è già avvenuta per gli infermieri i cui contratti scadono nel corso del 2012 completando i 3 anni di lavoro precario.
Detta scelta consentita dalla legge (d.lgs. 368/01) permette al sistema sanità di garantire un adeguato livello di continuità assistenziale.
E' incomprensibile come ad oggi detta sceltà non sia stata ancora attuata e comunicata nei diversi reparti ospedalieri della provincia di Bari.
A pochi giorni dal grande evento del primo dell'anno negli ospedali si fanno i botti per colmare le carenze dei professionisti mandati a casa il 1 gennaio 2012, botti evitabili con una semplice proroga fino al raggiungimento dei limiti di legge.
Mentre tutto ciò accade agli infermieri precari, grazie ad una circolare dell'Assessore Regionale alla Sanità TOMMASO FIORE sono stati ri-stabilizzati i dirigenti della sanità (medici-amministrativi) al fine di eliminare un oneroso esborso per la Regione Puglia in vista dei molteplici risarcimenti già previsti dai Tribunali.
Ciò contrasta con l'assenza di chiarimenti del Direttore Generali della ASL BARI che fa intuire il vicino licenziamento degli infermieri precari alla scadenza del contratto previsto il 31.12.11.
La Politica non ha voluto equiparare il personale dirigenziale de-stabilizzato portandolo sullo stesso livello di chi lavora da anni come infermiere precario.
Infatti la Sentenza della Corte Costituzionale, ha semplicemente interrotto un percorso di stabilizzazione che avrebbe coinvolto nel tempo anche gli attuali infermieri precari ed ha resi tutti precari, ponendoli sullo stesso piano.
Si è voluto premiare i medici che grazie alla celerità delle amministrazioni sono stato stabilizzatati.
Gli attuali infermieri precari in servizio da più di 36 mesi, non hanno mai firmato un contratto di lavoro a tempo indeterminato, anzi hanno da sempre lavorato con contratti semestrali, e per effetto della sentenza della Suprema Corte posseggono gli stessi requisiti di legge (anzianità e ampia prova delle loro capacità) degli attuali de-stabilizzati, inoltre per loro, come per i re-stabilizzati, i primi Tribunali riconoscono un risarcimento pari a 20 mensilità.
Gli infermieri si auspicano che al fine d’evitare ingiustizie e disparità di trattamento tra chi ha potuto usufruire di un canale privilegiato, e chi sta pagando sulla propria pelle una lentezza burocratica e mala-gestio, della quale non può avere ovviamente alcuna responsabilità, si possa trovare una soluzione per garantire un inquadramento definitivo dei professionisti che hanno dato ampia prova delle loro capacità nel corso degli anni, e chiudere una vicenda che si trascina da troppo tempo.
Speriamo comunque che il governatore Nichi VENDOLA sia ancora pronto a regalare Giustizia, nonostante il Natale sia già trascorso, e voglia prorogare i contratti degli infermieri precari fino al raggiungimento dei 36 mesi.
Domenico CIRASOLE

domenica 25 dicembre 2011

SANITA' PUGLIA: SALVI I MEDICI E INFERMIERI DE - STABILIZZATI. A CASA I PROFESSIONISTI PRECARI CON CONTRATTI IN SCADENZA IL 31.12.11

Grazie ad una circolare dell'Assessore Regionale alla Sanità TOMMASO FIORE sono stati ri-stabilizzati i dirigenti della sanità , al fine di eliminare un oneroso esborso per la Regione Puglia in vista dei molteplici risarcimenti già previsti dai Tribunali.

Al contrario l'assenza di chiarimenti del Direttore Generali della ASL BARI fa intuire che i medici ed infermieri precari saranno licenziati alla scadenza del contratto previsto il 31.12.11.

L'Assessore non ha voluto equiparare  il personale dirigenziale  de-stabilizzato portandolo sullo stesso livello di chi lavora da anni come precario. 

Infatti la Sentenza della  Corte Costituzionale, ha semplicemente interrotto un percorso di stabilizzazione che avrebbe coinvolto nel tempo anche gli attuali precari (anche non dirigenziale), ed ha resi tutti precari, ponendoli sullo stesso piano.

Si è voluto premiare chi grazie alla celerità delle amministrazioni è stato stabilizzatato.

Gli attuali precari in servizio da più di 36 mesi, non hanno mai firmato un contratto di lavoro a tempo indeterminato, anzi hanno da sempre lavorato con contratti semestrali, e per effetto della sentenza della Suprema Corte posseggono gli stessi requisiti di legge (anzianità e   ampia prova delle loro capacità) degli attuali de-stabilizzati, inoltre per loro, come per i re-stabilizzati, i primi Tribunali  riconoscono un risarcimento pari a 20 mensilità.
Noi ci auspicavamo che al fine d’evitare ingiustizie e disparità di trattamento tra chi ha potuto usufruire di un canale privilegiato, e chi sta pagando sulla propria pelle una lentezza burocratica e mala-gestio, della quale non può avere ovviamente alcuna responsabilità, si possa trovare  una soluzione per garantire un inquadramento definitivo dei professionisti che hanno dato ampia prova delle loro capacità nel corso degli anni, e chiudere una vicenda che si trascina da troppo tempo.
Speriamo comunque che la buona Politica sia ancora pronta a regalare Giustizia, nonostante il Natale sia già trascorso, e voglia prorogare i contratti dei precari fino al raggiungimento dei 36 mesi, oltre a richiamare dalle vecchie graduatorie il personale  rimasto a casa da mesi.  
Domenico CIRASOLE


BARI, 25 DICEMBRE 2011- I 530 della Sanità pugliese sono (per ora) salvi. Per una procedura amministrativa di scavalco al decreto Tremonti che stoppò le stabilizzazioni, dall’anno che viene a favore di medici ed infermieri che in questi giorni hanno lavorato con la sicurezza di non riprendere “posto”, ritorna la normalità. Grazie all’Assessore Regionale alla Sanità TOMMASO FIORE difatti con una circolare si è potuto revocare l’annullamento delle stabilizzazioni a favore del reintegro sulle corsìe degli ospedali, previa conciliazione dinanzi alle direzioni Provinciali del Lavoro.
La sanatoria dal sapore natalizio in verità non è stata un risultato immediato di azione per Fiore. Egli difatti ha potuto confermare (tramite circolare inviata ai manager ASL Puglia) la bella notizia solo a seguito di
un confronto (difficile) con il neo ministro della salute RENATO BALDUZZI.  L’intervento della Corte Costituzionale quindi in merito alla Legge Regionale 42/2010 per il momento non viene a compromettere nulla. Ma solo provvisoriamente. Di sicuro però tutto ciò che è avvenuto nelle aule di Giustizia del lavoro (vedi sentenze della Giudice Chirone per esempio) hanno dato atto che l’annullamento della propria contrattazione, non aveva ragione di esserci, con un conseguente “onere” di esborso per la Regione in vista dei risarcimenti . Ora, c’è da chiarire ancora un altro aspetto: --primo, che se la Consulta determina i contratti degli operatori della Sanità pugliese come “a tempo” allora le tredicesime saranno godute alla metà perchè il contratto non contempla come un indeteminato lo stesso lauto importo. --Secondo, che è fuori da ogni ragionevole opportunità politica continuare a stoppare le stabilizzazioni per poi, dopo pronuncia delle sentenze, tornare a riconoscere i diritti dei medici e esser nella costrizione di sborsar loro fiumi di euro come risarcimento.

I sindacati che operano in questi settori (potremmo citare la FIALS come anche l’USPPI) sono felici di questa prima tranche di vittoria. Ma ciò che sta accadendo dietro le quinte ( domande di pensionamento a tamburo battente e precarietà su un settore che non può vivere di precarietà perché primario nei bisogni) fa presagire un pericolo di ingessatura che innervosirebbe il personale, influenzandone l’operosità e quindi la qualità delle prestazioni medico-infermieristiche.
Anna Ingravallo

FONTE:  
http://www.infooggi.it/articolo/sanita-puglia-medici-ed-infermieri-al-reintegro/22477/

sabato 24 dicembre 2011

Sanità in Puglia Tutti salvi 530 de-stabilizzati (DIRIGENZA MEDICA E AMMINISTRATIVA)

STABILIZZATI I DIRIGENTI MEDICI AI QUALI LA CORTE AVEVA NEGATO LA STABILIZZAZIONE.
   
FONTE: http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=480797&IDCategoria=1


di BEPI MARTELLOTTA
BARI - È una procedura amministrativa, avviata «in sordina» nei giorni scorsi dall’assessore Tommaso Fiore, a salvare la sanità pugliese dal collasso. Una circolare, inviata il 21 dicembre a tutti i direttori generali delle Asl e per conoscenza ai presidenti Nichi Vendola e Onofrio Introna, autorizza i manager Asl ad interrompere il percorso di annullamento dei contratti per 530 operatori sanitari (medici e infermieri) e ad avviare «procedure conciliative dinanzi alle direzioni provinciali del Lavoro» per reintegrarli. La maxi-sanatoria di Natale, dunque, è partita e consentirà il reintegro al posto di lavoro nelle Asl di tutti quei 530 operatori ai quali la Corte Costituzionale aveva negato la stabilizzazione, annullando le assunzioni a tempo indeterminato concesse dalla legge regionale 42 del 2010.

Nelle scorse settimane gli effetti di quella sentenza si erano fatti sentire tutti (per i pazienti) nelle corsie degli ospedali, tra carenze di personale e disservizi. Con i medici dell’Asl di Bari inferociti che, oltre al danno contrattuale, denunciano la beffa di essersi visti recapitare in busta paga una tredicesima dimezzata (al 50%), perché calcolata sulla base del nuovo contratto (a tempo determinato) imposto dalla Consulta. Ma i rischi maggiori sarebbero arrivati a Capodanno: per molti dei 530 «destabilizzati », infatti, il contratto trasformato a tempo determinato è in scadenza il prossimo 31 dicembre. Il tutto accompagnato da un boom delle domande di pensionamento nelle sei Asl pugliesi, alla luce della riforma «lacrime e sangue» varata dal governo nazionale, e dal contestuale blocco del turn-over sancito dal piano di rientro.

In pratica, la sanità pugliese stava rischiando il black out. Di qui la corsa ai ripari. Nelle scorse settimane l’assessore Fiore, «fresco» del via libera ottenuto dal tavolo inter-ministeriale al piano di rientro e al relativo sblocco di 400 milioni da parte del governo, ha pressato il neo-ministro della Salute Renato Balduzzi perché alla Puglia fosse concessa una deroga (sulla base della mappa dei fabbisogni raccolta tra le Asl per 1.800 posti vacanti) o, in sub-ordine, un percorso che consentisse di tutelare i livelli essenziali di assistenza. A sostegno della tesi della Regione, le recenti sentenze dei tribunali di Trani e Taranto, che hanno reintegrato al posto di lavoro la prima decina di medici che avevano fatto ricorso contro l’annullamento del contratto, ottenendo ragione anche per il risarcimento danni di 7 mensilità arretrate e le spese legali: esteso agli oltre 500 interessati, avrebbe costretto la Regione a esborsi milionari, in palese contraddizione con i risparmi e i tagli alle spese sanciti dal piano di rientro sanitario avviato nel 2010.

Il via libera «politico» del ministro ha così consentito alla Regione di individuare il salvagente con cui «attivare ogni cautela urgente - riporta la circolare di Fiore - finalizzata ad evitare interruzioni di attività»: revoca dei «licenziamenti » adottati dalle Asl dopo la sentenza della Consulta e proroga dei contratti a termine sino alla firma della conciliazione, grazie alla quale potranno essere riavviate le assunzioni a tempo indeterminato a far data dal 1 gennaio 2012.

Esultano i sindacati. Da un lato l’Usppi di Nicola Brescia, che nei mesi scorsi aveva pressato sia la Regione che il governo nazionale, annuncia che «medici e paramedici potranno mangiare il panettone a Natale». Dall’altro la Fials, il sindacato dei lavoratori della sanità che, nei giorni scorsi, ha registrato la prima sanatoria per 120 tra medici e infermieri dell’Asl di Bari con la proroga a sei mesi dei contratti in scadenza il 31 dicembre. «Noi della Fials - dice il segretario provinciale del sindacato Piero Albenzio - avevamo sostenuto l’illegittimità dei licenziamenti sin da luglio scorso e abbiamo promosso subito le impugnative con i nostri legali perché ritenevamo e riteniamo che la norma della finanziaria di giugno - quella sull’immediato stop delle stabilizzazioni attuate in applicazione di norme dichiarate incostituzionali - non sia retroattiva e quindi non si applica ai medici stabilizzati negli anni scorsi. Adesso anche parte importante della magistratura del lavoro ci ha dato ragione. Per questo, consideriamo con grande favore l’indicazione dell’assessore. Ci aspettiamo adesso che le Asl diano prova della reale volontà già dalle prossime cause, in discussione a gennaio».

Dal centrodestra, il vicecapogruppo Pdl Massimo Cassano si appella a Fiore per «unire gli sforzi e raggiungere l'unico vero obiettivo che il sistema sanità deve porsi sempre e comunque: alleviare la sofferenza dell'ammalato». Si associa Luigi D’Ambrosio Lettieri (Pdl): «la politica sappia tutelare le grandi professionalità in un comparto così delicato: è necessario un progetto condiviso che, riparando agli errori di questi sette anni, sia in grado di far emergere soluzioni adeguate».

mercoledì 21 dicembre 2011

Attesa di un inquadramento definitivo per i precari della sanità pugliese, al pari dei destabilizzati.


In attesa di un inquadramento definitivo (STABILIZZAZIONE) per persone che hanno dato ampia prova delle loro capacità.


Dalla lettura di questa nota, appare evidente che il Presidente De Leonardis  abbia voluto equiparare  tutto il personale destabilizzato, portando sullo stesso livello chi lavora da anni come precario, e chi grazie alla celerità delle amministrazioni è stato stabilizzatato.
La Sentenza della  Corte Costituzionale  ha semplicemente interrotto un percorso di stabilizzazione che avrebbe coinvolto nel tempo anche gli attuali precari.
Questi ultimi in servizio da più di 36 mesi, non hanno mai firmato un contratto di lavoro a tempo indeterminato, anzi hanno da sempre lavorato con contratti semestrali, e per effetto della sentenza della Suprema Corte posseggono gli stessi requisiti di legge (anzianità e   ampia prova delle loro capacità) degli attuali destabilizzati.
Concludendo, noi precari come De Leonardis afferma, ci auspichiamo che al fine d’evitare “ingiustizie e disparità di trattamento tra chi ha potuto usufruire di un canale privilegiato, e chi sta pagando sulla propria pelle una lentezza burocratica della quale non può avere ovviamente alcuna responsabilità", si possa trovare  una soluzione per “garantire un inquadramento definitivo dei professionisti che hanno dato ampia prova delle loro capacità nel corso degli anni, e chiudere una vicenda che si trascina da troppo tempo".
Se ciò non accadesse, considerato il  precedente giurisprudenziale del Tribunale di Bari, che ha riconosciuto il diritto dei precari e previsto una sanzione pari a 20 mensilità, appare di logica conclusione l’apertura di migliaia di contenziosi tra precari (infermieri) e Asl della Regione Puglia.
Cirasole Domenico

  "E' iniziato il drammatico conto alla rovescia che può portare, il prossimo 31 dicembre, al licenziamento di centinaia di precari da anni in servizio presso Asl e aziende ospedaliere della regione, per il combinato disposto degli effetti delle sentenze della Corte Costituzionale che hanno bruscamente interrotto il percorso di stabilizzazione e della fine della proroga accordata per scongiurare una fin troppo probabile paralisi della sanità pubblica a ogni livello".


Giannicola De Leonardis, presidente della settima Commissione Affari Istituzionali della Regione Puglia, invita i vertici dell'ente a "spingere sull'acceleratore per trovare, d'intesa con il Governo nazionale, una soluzione in grado di sanare una situazione incresciosa, tutelando diritti ormai acquisiti e prerogative di professionisti qualificati ed evitando ingiustizie e disparità di trattamento tra chi ha potuto usufruire di un canale privilegiato, grazie alle celerità delle amministrazioni di riferimento nel bandire i relativi concorsi, e chi sta pagando sulla propria pelle una lentezza burocratica della quale non può avere ovviamente alcuna responsabilità".


 "Una soluzione va trovata anche e soprattutto per garantire ai fruitori del servizio sanitario pubblico, i cittadini, prestazioni all'altezza in un periodo particolarmente critico" sottolinea De Leonardis. "In attesa di un inquadramento definitivo per persone che hanno dato ampia prova delle loro capacità nel corso degli anni, delle cui prestazioni non possiamo e non dobbiamo privarci, e chiudere una vicenda che si trascina da troppo tempo" la sua conclusione.

FONTE: http://www.ilgrecale.it/news/2011/de-leonardis--una-soluzione-per-i-precari-della-sanit-agrave--6549.asp
 

mercoledì 7 dicembre 2011

Salvatore Greco incontra gli infermieri precari della sanità puglia (ASL BARI),mai destabilizzati ed internalizzati


Durante la conferenza dell'on. Salvatore GRECO è stato evidenziata la situazione di allarme-personale che riguarda anche gli infermieri.
Sono state Attivate  mobilità extraregionale quando ci sono oltre mille infermieri precari che nella sola provincia di Bari hanno visto non rinnovato il proprio contratto.
Una delibera che costituisce un grave danno per i lavoratori e le loro famiglie.
La Asl di Bari ha deliberato bandi per la mobilità extraregionale per coprire i posti vacanti di infermieri, quando né le piante organiche risultano essere state riviste alla luce dei tagli del Piano di rientro, né si è considerata la opportunità di dare stabilità a chi da tre anni lavora con contratto a termine, né ancora si è considerato che ci sono due graduatorie ancora in vigore".
Affrontate anche le conseguenze delle ultime sentenze di primo grado del Tribunale di Bari che riconosce il diritto al risarcimento del danno dei lavoratori precari per doppia proroga e per incarichi superiori ai 36 mesi.
Inoltre i quasi mille precari hanno valutato la possibilità di farsi seguire per gli eventuali ricorsi da un Avv. lavorista di Bari revocando il mandato agli avvocati dei sindacati.
Detti sindacati a parere dei molti non hanno avviato alcun ricorso.
Quindi ai precari è parso utile eliminare schieramenti di colore politico e sindacale e farsi seguire da un unico Avvocato, ciò al fine di ridurre i costi.
L'intento esplicito di tutti i precari e quello di far valere le proprie ragioni che sono in contrasto, con la volontà aziendalistica di proseguire sulla via delle mobilità extraregionale, nonchè di nuovi avvisi pubblici, o contratti di collaborazione, che vadano a sostituire gli stessi che da più di 36 mesi ricoprono o hanno ricoperto posti vacanti da anni.
Certamente l'interessamento della politica eviterebbe lo scontro d'interessi (a suon di sentenze) e permetterebbe a tutti i precari storici della ASL BARI di continuare o riprendere a lavorare, che è l’unica vera volontà degli infermieri precari.
Cordialmente
Domenico Cirasole



domenica 4 dicembre 2011

REGALATECI IL FUTURO!!

REGALATECI IL FUTURO!!
I professionisti della sanità pugliese (Asl Bari) sono stanchi di fare sacrifici. Chiediamo equità!
Centinaia di precari  (infermieri e medici)  con contratti scaduti e in scadenza pur apprezzando la scelta del capo dello stato G.NAPOLITANO nella complessa transazione da Berlusconi a Monti, sono molto preoccupati delle sorti della sanità pugliese e delle tante  famiglie dei precari.
E’ sempre più reale la scelta di tagliare i costi della Pubblica Amministrazione, a partire dalla sanità. L’ulteriore riduzione di 2,5 mld di euro del Fondo Sanitario Nazionale causerà abbassamenti di livelli assistenziali, ma anche ulteriori licenziamenti di personale precario in specie dei reparti dell’area critica quali  le Rianimazioni, le Chirurgie e i Pronto Soccorso .
Ad oggi manca un’indicazione della Direzione Generale della ASL BARI in merito ad eventuali proroghe di contratto, consentite dalla Legge 368/01 fino al raggiungimento dei 36 mesi, e alle nuove assunzioni, così come precisato da alcune sentenze di primo grado.
Apprendiamo dall’assessore Fiore che è stato dimezzato il buco della sanità a seguito di tagli degli ospedali. I debiti da 380 sono ad oggi a 150 milioni grazie al programma di riordino in Puglia, chiusura degli ospedali e licenziamento di precari (medici e infermieri).
Ciò è servito, a cancellare il profondo rosso delle Asl pugliesi causato da sprechi, corruzioni, sperperi, appalti gonfiati, incarichi esterni con compensi d’oro, stipendi gonfiati, abuso degli straordinari, uso privato dei posti letto pubblici, ecc..
I precari professionisti sono stati gli unici con i cittadini pugliesi che hanno pagato il conto di un ventennio di sperperi, con disoccupazione  all’8,5% e allontanamento della pensione.
Al contrario dei sacrifici dei pugliesi e dei precari restano troppo alti i privilegi della CASTA, inadeguati alle gravi difficoltà economiche attuali, che causano ingiustizia sociale.
Troppi denari del bilancio annuale sono utilizzati per stipendi d’oro, vitalizi lunari, rimborsi per spese inesistenti, foraggiare società in house, film, libri, teatri chiusi, eventi, nuove costruzioni inutili, macchine blu, sedi di rappresentanza inutili al pari di inutili ristrutturazioni, servizi gratuiti, bonus e strani rimborsi, ecc.
La CASTA dovrebbe con equità dare un segnale ai giovani precari e disoccupati, sacrificando per prima i privilegi acquisiti.
Noi precari auspichiamo che l’avvento del Natale possa risolvere la drammaticità  della nostra esistenza a tempo limitato, e che prevalendo l’equità si possa prevedere un anno ricco di lavoro dei professionisti della sanità pugliese non più precario.
Domenico CIRASOLE        Blog: http://precariesenzalavoro.blogspot.com/                email: cirasole.do@libero.it