REGALATECI IL FUTURO!!
I professionisti della sanità pugliese (Asl Bari) sono stanchi di fare sacrifici. Chiediamo equità!
Centinaia di precari (infermieri e medici) con contratti scaduti e in scadenza pur apprezzando la scelta del capo dello stato G.NAPOLITANO nella complessa transazione da Berlusconi a Monti, sono molto preoccupati delle sorti della sanità pugliese e delle tante famiglie dei precari.
E’ sempre più reale la scelta di tagliare i costi della Pubblica Amministrazione, a partire dalla sanità. L’ulteriore riduzione di 2,5 mld di euro del Fondo Sanitario Nazionale causerà abbassamenti di livelli assistenziali, ma anche ulteriori licenziamenti di personale precario in specie dei reparti dell’area critica quali le Rianimazioni, le Chirurgie e i Pronto Soccorso .
Ad oggi manca un’indicazione della Direzione Generale della ASL BARI in merito ad eventuali proroghe di contratto, consentite dalla Legge 368/01 fino al raggiungimento dei 36 mesi, e alle nuove assunzioni, così come precisato da alcune sentenze di primo grado.
Apprendiamo dall’assessore Fiore che è stato dimezzato il buco della sanità a seguito di tagli degli ospedali. I debiti da 380 sono ad oggi a 150 milioni grazie al programma di riordino in Puglia, chiusura degli ospedali e licenziamento di precari (medici e infermieri).
Ciò è servito, a cancellare il profondo rosso delle Asl pugliesi causato da sprechi, corruzioni, sperperi, appalti gonfiati, incarichi esterni con compensi d’oro, stipendi gonfiati, abuso degli straordinari, uso privato dei posti letto pubblici, ecc..
I precari professionisti sono stati gli unici con i cittadini pugliesi che hanno pagato il conto di un ventennio di sperperi, con disoccupazione all’8,5% e allontanamento della pensione.
Al contrario dei sacrifici dei pugliesi e dei precari restano troppo alti i privilegi della CASTA, inadeguati alle gravi difficoltà economiche attuali, che causano ingiustizia sociale.
Troppi denari del bilancio annuale sono utilizzati per stipendi d’oro, vitalizi lunari, rimborsi per spese inesistenti, foraggiare società in house, film, libri, teatri chiusi, eventi, nuove costruzioni inutili, macchine blu, sedi di rappresentanza inutili al pari di inutili ristrutturazioni, servizi gratuiti, bonus e strani rimborsi, ecc.
La CASTA dovrebbe con equità dare un segnale ai giovani precari e disoccupati, sacrificando per prima i privilegi acquisiti.
Noi precari auspichiamo che l’avvento del Natale possa risolvere la drammaticità della nostra esistenza a tempo limitato, e che prevalendo l’equità si possa prevedere un anno ricco di lavoro dei professionisti della sanità pugliese non più precario.
Domenico CIRASOLE Blog: http://precariesenzalavoro.blogspot.com/ email: cirasole.do@libero.it
Salve, sono una EX PRECARIA DISOCCUPATA ORMAI DA PIU' DI UN ANNO che vuole raccontare la sua storia: dal 1997 ho iniziato a lavorare presso un'Amministrazione comunale della Sardegna, per circa 10 anni con contratti di co.co.co. prima con cadenza mensile, poi trimestrale e alla fine per sei mesi, poi tramite agenzie interinali e poi con contratti a tempo determinato. Per anni non abbiamo avuto diritto a nulla (malattia, ferie, contributi ecc.). Nel 2010 son stati fatti i concorsi pubblici dove ovviamente, data la crisi, ha partecipato il mondo intero, e dove alcuni di noi son dovuti andare a casa, allo scadere del proprio contratto, perchè non hanno superato il concorso. Dopo quasi 15 anni di servizio dovevamo, per l'ennesima volta, dimostrare di essere capaci, ma si sà c'è sempre qualcuno che deve pagare, in qualsiasi modo. Ora a 37 anni appena compiuti mi trovo fuori dal mondo del lavoro e non riesco a cambiare le cose nonostante tutti i giorni passo del tempo su internet cercando offerte. Dicono, "se sei bravo e hai esperienza qualcuno ti prende a lavorare": non è vero! Se non conosci o hai spinte, sia nel pubblico che nel privato, non ti prende nessuno. Il precariato ha impedito a tanta gente di costruirsi un futuro, una casa, una famiglia e poi si dice i giovani a 40 anni stanno ancora a casa dei genitori....... vorrei vedere dove possono andare. Non sò cos'altro dire, ma questa situazione devasta la dignità di tante persone che vogliono guadagnarsi da vivere lavorando onestamente. Emanuela
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