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Movimento "LA NUOVA RESISTENZA 25 MARZO 2011". Partigiani sempre.

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Partigiani sempre

sabato 26 maggio 2012

Aumentano i precari, collassano la P.A. e gli ospedali, e la casta non rinuncia ai finanziamenti dei partiti.



La maggioranza politica che sostiene questo governo non essendo stata scelta dal popolo non può permettersi l’onore di stravolgere la nostra società, la nostra democrazia.

Prossima volontà di una parte della maggioranza è vedere Berlusconi presidente della Repubblica stravolgendo la carta costituzionale.

Questo strano interessamento a problemi che nono sono del popolo fa intuire il totale disinteresse della casta sui problemi reali del paese.

Nel mentre lavoratori sognano pensioni, esodati che stentano a sopravvivere, contributi silenti svaniscono nelle casse degli enti previdenziali, la casta si occupa dei finanziamenti ai partiti che ovviamente non vengono eliminati, ma solo limati, si finanziano le imprese che vivono d’appalti con la Pubblica amministrazione.

Tutto ciò ha reso gli italiani apatici alla classe politica, e lo hanno dimostrato alle elezioni amministrative.

La maggioranza degli italiani è indignata, e quindi ha scelto di non votare o di votare liste civiche o nuovi soggetti politici neo-nati.

La casta per mezzo del governo vuole tutto il mondo che lavora, non solo subalterno alla classe imprenditoriale, ma anche eternamente precaria.

Ci sono quasi riusciti nel settore privato e a breve ci riusciranno nel pubblico impiego.

Nonostante le mille bolle blu spese per convincerci che la flessibilità rilancerà l’economia, grazie ai finanziamenti internazionali, nessuno sottolinea gli effetti della precarietà nella nostra società.

Secondo l’Istat nel 2011 l'incidenza dei precari sul complesso del lavoro subordinato e' al top.

Dal 1993 al 2011 gli occupati dipendenti a termine sono cresciuti del 48,4 per cento (+751 mila unita') .

Dopo il 2000 il tasso cresce fino al 50 per cento del 2005-2006 e si porta fino al 56,3 per cento nel periodo 2010-2011.

E’ evidente la discesa dell'occupazione a tempo pieno e a durata indeterminata (-105 mila unita' pari a -0,6 per cento) ed e' cresciuta quella a tempo parziale e indeterminato (+63 mila).

Molti lavoratori hanno accettato un lavoro a orario ridotto non riuscendo a trovarne uno a tempo pieno, accettando contratti a tempo determinato e di collaborazione di breve durata ossia fino a sei mesi (8,8 per cento pari a +83 mila unita').

Tutte queste unità vivendo di sei mesi in sei mesi, non potranno mai formare una famiglia, comprare casa, auto e vivere a pieno in questa società, per anni, per molti anni.

L’esempio tipico è dato dai precari della P.A. che colmano le lacune degli ospedali, ma che non potranno mai vedere il loro contratto trasformato.

La stessa realtà si verifica nel privato, ma nessuno lo denuncia.

Negli ospedali pugliesi il governo nazionale ha scelto di bloccare i concorsi, di mandare a casa i precari e d’assumere solo attraverso le mobilità extra-regionali.
Domenico Cirasole

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