Il Ministro della Funzione Pubblica Filippo Patroni Griffi del Governo Monti congela i precari vietando la stabilizzazione.
Il ministro Patroni Griffi non riconosce il diritto dei precari a essere stabilizzati, crea una disparità e discriminazione tra dipendenti pubblici e privati, disattende la direttiva Europea che sanziona lo sfruttamento del lavoro precario.
Il Governo
del Ministro Mario Monti ha congelato i diritti dei quarantenni precari che da
anni lavorano nella sanità pubblica e nella pubblica amministrazione tutta.
Anche dopo
l'era Brunetta, i precari pubblici continuano a pagare più di altri la crisi, causata
dalla casta politica e dalle banche che hanno scaricato sui cittadini le grosse
bancarotte mondiali del secolo.
Il primo
grande capitolo che il Governo Monti doveva affrontare riguardava i 240 mila
precari della P.A. ormai over quaranta.
Si continua,
invece, a sanzionare i precari del pubblico impiego esclusi dalle
stabilizzazioni e dai concorsi inesistenti (negli ultimi dieci anni) che dopo
anni di precariato restano a casa senza lavoro, sorpassati da una nuova
generazione.
E’
incomprensibile che loro continuino a essere penalizzati; sfruttati dal governo
Berlusconi, Ministro Brunetta, e Ministro Tremonti che hanno creato il blocco
del turn over.
Il Ministro
Monti deve puntare l’attenzione sulla stabilizzazione dei precari della P.A.
sfruttati per oltre 36 mesi di proroga in proroga, distogliendo l’attenzione
dall'Europa, che ordina solo tagli alla spesa pubblica.
Le nuove
assunzioni attraverso i concorsi pubblici che prevedono una mini moratoria per i
giovani, penalizzano i precari storici della P.A. e sono contrarie al senso di
equità di cui il nostro paese necessita.
La proposta
avanzata dal ministro Patroni Griffi consente forme di reclutamento miste con
il 50% assunto con i nuovi concorsi e pescando il restante dalle graduatorie
preesistenti; ciò penalizza chi con grandi difficoltà ha reso viva ed
efficiente la P.A., dandogli un volto e
una voce e occupando posti vacanti da anni per effetto dei pensionamenti.
Questa
proposta contrasta con il diritto di precedenza riconosciuto ai precari assunti
a tempo determinato per almeno sei mesi entro un anno dal concorso.
Mentre il
Ministro tratta con i sindacati, molti tribunali riconoscono il torto subito
dai precari della P.A. e condannano le aziende pubbliche, specie quelle della
sanità a risarcire la precarietà in alternativa alla stabilizzazione.
La Nuova
resistenza crede che si debba procedere per gradi, iniziando da chi appunto
vanta un diritto, cioè quello di ricoprire i posti vacanti occupati da anni
ovvero sorge l’esigenza d’iniziare proprio dai precari storici.
I governi precedenti
hanno costretto molti infermieri a vivere appesi a un filo ogni anno, in
ospedali sotto organico.
Ora basta,
occorre stabilizzare il personale precario storico non dirigenziale!!
Gli attuali
storici infermieri precari grazie all'anzianità hanno dato ampia prova delle
loro capacità, e i primi Tribunali riconoscono loro un risarcimento pari a 20
mensilità.
Trattasi di
migliaia d’infermieri precari con più di 36 mesi di lavoro.
La P.A.
continua a sfruttare precari non per circostanze sopravvenute ma per una
carenza cronica del personale, per ragioni inespresse e inesistenti.
Questa
reiterata volontà se fosse attuata da un imprenditore privato sarebbe
sanzionata con la conversione del rapporto di lavoro da tempo determinato a
tempo indeterminato, secondo quanto imposto dalla Comunità Europea 1999/70 CE e
recepito nella 368/01.
Quindi, se
il lavoratore fosse stato dipendente di un’azienda sanitaria privata, le
conseguenze di una simile violazione sarebbero state ovvie ovvero la
conversione automatica del contratto a tempo indeterminato.
Le stesse
esigenze strutturali per nulla provvisorie della Pubblica Amministrazione, da
sempre considerata immune dal subire la conversione del contratto, sono
sanificate dall'art. 97 della Costituzione, che prevede come fattore ostativo
la regola del concorso.
Ma la regola
concorsuale non è ineludibile, infatti l'articolo 97 della Costituzione già
contempla la possibilità che possa essere derogata con legge, e non essendo
collocato nel novero dei principi fondamentali della carta cede al diritto
interno e al diritto comunitario incompatibile o in contrasto.
Se ciò è
vero, l'articolo 97 quale principio debole, cede il passo al principio forte
della direttiva europea 1999/70 CE e al sistema generale dei profili
sanzionatori dettati dalla 368/01 che prevedono appunto la trasformazione del
contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Ciò
nonostante il principio della concorsualità è superato dall'art. 36 del D.lgs
165/2001 che prevede procedure di reclutamento ( titoli, curriculum, esperienza
lavorativa nella stessa P.A.) anche per le assunzioni a termine nella Pubblica
Amministrazione.
Quindi
l'articolo 97 della Costituzione non rappresenta un ostacolo alla conversione
del rapporto di lavoro, quando vi è stata una selezione ad evidenza pubblica
superata dal lavoratore precario prima di essere assunto a termine.
Vi è solo
una volontà anche del Governo Monti di continuare sulla scia dei governi
precedenti senza alcuna discontinuità.
Il Primo
Ministro Mario Monti e il Ministro della Funzione Pubblica Filippo Patroni Griffi, contribuiscono a
discriminare i lavoratori a termine, concedendo la reiterazione dei contratti a
termine nella P.A. annullando la regola che solo eccezionalmente il lavoro è a
tempo determinato.
Il Governo
Monti così facendo da ampia prova di voler ascoltare, e obbedire alle regole
imposte dall'Europa solo quando vi è da sanzionare il lavoro dipendente e
salassare i cittadini italiani, dimenticandosi di riconoscere valore e quindi
applicare le norme europee che salvano il lavoratore precario della P.A. cosi
come imposto dall'art. 111 della Costituzione.
Domenico
CIRASOLE
Presidente del Movimento
"La
nuova resistenza 25 aprile 2011"SCARICA LA LETTERA CONGIUNTA DEI SINDACATI DELLA FUNZIONE PUBBLICA INDIRIZZATA AL MINISTRO DELLA FUNZIONE PUBBLICA PATRONI GRIFFI
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