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Movimento "LA NUOVA RESISTENZA 25 MARZO 2011". Partigiani sempre.

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domenica 15 gennaio 2012

PUBBLICA FUNZIONE: GOVERNO CONTRO SINDACATI. IL 19 GENNAIO PROSSIMO INCONTRO


19 GENNAIO 2012: INCONTRO TRA SINDACATI (CGIL, CISL, UGL, UIL) E MINISTRO FUNZIONE PUBBLICA PATRONI GRIFFI.

Il Ministro della Funzione Pubblica Filippo Patroni Griffi del Governo Monti congela i precari vietando la stabilizzazione.
Il prossimo 19 gennaio il Ministro Patroni Griffi, incontrerà i sindacati  della funzione pubblica (UILPA, CGIL , UIL FPL, FIALS, CISL, UGL, CISAL, COBAS, COISP, RDB, GILDA, ISA, LIBERSIND, FAS, AUPI ,     CIMO-ASMD , DIREL,  DIRER,  DIRPUBBLICA , SAUR, SICUS , SIDAS , SNIAS, SINAFO).

Il ministro Patroni Griffi non riconosce il diritto dei precari a essere stabilizzati, crea una disparità e discriminazione tra dipendenti pubblici e privati, disattende la direttiva Europea che sanziona lo sfruttamento del lavoro precario.
Il Governo del Ministro Mario Monti ha congelato i diritti dei quarantenni precari che da anni lavorano nella sanità pubblica e nella pubblica amministrazione tutta.
Anche dopo l'era Brunetta, i precari pubblici continuano a pagare più di altri la crisi, causata dalla casta politica e dalle banche che hanno scaricato sui cittadini le grosse bancarotte mondiali del secolo.
Il primo grande capitolo che il Governo Monti doveva affrontare riguardava i 240 mila precari della P.A. ormai over quaranta.
Si continua, invece, a sanzionare i precari del pubblico impiego esclusi dalle stabilizzazioni e dai concorsi inesistenti (negli ultimi dieci anni) che dopo anni di precariato restano a casa senza lavoro, sorpassati da una nuova generazione.
E’ incomprensibile che loro continuino a essere penalizzati; sfruttati dal governo Berlusconi, Ministro Brunetta, e Ministro Tremonti che hanno creato il blocco del turn over.
Il Ministro Monti deve puntare l’attenzione sulla stabilizzazione dei precari della P.A. sfruttati per oltre 36 mesi di proroga in proroga, distogliendo l’attenzione dall'Europa, che ordina solo tagli alla spesa pubblica.
Le nuove assunzioni attraverso i concorsi pubblici che prevedono una mini moratoria per i giovani, penalizzano i precari storici della P.A. e sono contrarie al senso di equità di cui il nostro paese necessita.
La proposta avanzata dal ministro Patroni Griffi consente forme di reclutamento miste con il 50% assunto con i nuovi concorsi e pescando il restante dalle graduatorie preesistenti; ciò penalizza chi con grandi difficoltà ha reso viva ed efficiente la P.A.,  dandogli un volto e una voce e occupando posti vacanti da anni per effetto dei pensionamenti.
Questa proposta contrasta con il diritto di precedenza riconosciuto ai precari assunti a tempo determinato per almeno sei mesi entro un anno dal concorso.
Mentre il Ministro tratta con i sindacati, molti tribunali riconoscono il torto subito dai precari della P.A. e condannano le aziende pubbliche, specie quelle della sanità a risarcire la precarietà in alternativa alla stabilizzazione.
La Nuova resistenza crede che si debba procedere per gradi, iniziando da chi appunto vanta un diritto, cioè quello di ricoprire i posti vacanti occupati da anni ovvero sorge l’esigenza d’iniziare proprio dai precari storici.
I governi precedenti hanno costretto molti infermieri a vivere appesi a un filo ogni anno, in ospedali sotto organico.
Ora basta, occorre stabilizzare il personale precario storico non dirigenziale!!
Gli attuali storici infermieri precari grazie all'anzianità hanno dato ampia prova delle loro capacità, e i primi Tribunali riconoscono loro un risarcimento pari a 20 mensilità.
Trattasi di migliaia d’infermieri precari con più di 36 mesi di lavoro.
La P.A. continua a sfruttare precari non per circostanze sopravvenute ma per una carenza cronica del personale, per ragioni inespresse e inesistenti.
Questa reiterata volontà se fosse attuata da un imprenditore privato sarebbe sanzionata con la conversione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato, secondo quanto imposto dalla Comunità Europea 1999/70 CE e recepito nella 368/01.
Quindi, se il lavoratore fosse stato dipendente di un’azienda sanitaria privata, le conseguenze di una simile violazione sarebbero state ovvie ovvero la conversione automatica del contratto a tempo indeterminato.
Le stesse esigenze strutturali per nulla provvisorie della Pubblica Amministrazione, da sempre considerata immune dal subire la conversione del contratto, sono sanificate dall'art. 97 della Costituzione, che prevede come fattore ostativo la regola del concorso.
Ma la regola concorsuale non è ineludibile, infatti l'articolo 97 della Costituzione già contempla la possibilità che possa essere derogata con legge, e non essendo collocato nel novero dei principi fondamentali della carta cede al diritto interno e al diritto comunitario incompatibile o in contrasto.
Se ciò è vero, l'articolo 97 quale principio debole, cede il passo al principio forte della direttiva europea 1999/70 CE e al sistema generale dei profili sanzionatori dettati dalla 368/01 che prevedono appunto la trasformazione del contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Ciò nonostante il principio della concorsualità è superato dall'art. 36 del D.lgs 165/2001 che prevede procedure di reclutamento ( titoli, curriculum, esperienza lavorativa nella stessa P.A.) anche per le assunzioni a termine nella Pubblica Amministrazione.
Quindi l'articolo 97 della Costituzione non rappresenta un ostacolo alla conversione del rapporto di lavoro, quando vi è stata una selezione ad evidenza pubblica superata dal lavoratore precario prima di essere assunto a termine.
Vi è solo una volontà anche del Governo Monti di continuare sulla scia dei governi precedenti senza alcuna discontinuità.
Il Primo Ministro Mario Monti e il Ministro della Funzione Pubblica  Filippo Patroni Griffi, contribuiscono a discriminare i lavoratori a termine, concedendo la reiterazione dei contratti a termine nella P.A. annullando la regola che solo eccezionalmente il lavoro è a tempo determinato.
Il Governo Monti così facendo da ampia prova di voler ascoltare, e obbedire alle regole imposte dall'Europa solo quando vi è da sanzionare il lavoro dipendente e salassare i cittadini italiani, dimenticandosi di riconoscere valore e quindi applicare le norme europee che salvano il lavoratore precario della P.A. cosi come imposto dall'art. 111 della Costituzione.
Domenico CIRASOLE    
Presidente  del Movimento
"La nuova resistenza 25 aprile 2011"

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