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Movimento "LA NUOVA RESISTENZA 25 MARZO 2011". Partigiani sempre.

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Partigiani sempre

lunedì 19 marzo 2012

Roma 19 MARZO 2012 : precari in piazza contro la riforma del governo Monti, che lascia tutti i lavoratori precari più di prima, e non stabilizza gli infermieri delle Asl pugliesi sfruttati per anni e poi bruciati vivi sul rogo della disoccupazione. Urge cambiare la legge che obbliga le assunzioni attraverso la mobilità extra-regionale.








Nel Lazio 350 mila senza posto fisso. A sorpresa, precarietà più forte nella pubblica amministrazione: protesta alla Camera. Contro la riforma, lo slogan: «Non ce la beviamo»
Riforma del lavoro: la campagna dei precari «Non ce la beviamo»
ROMA - Sono saliti sul tetto, scesi in piazza e occupato il ministero del Lavoro. I precari di tutta Italia - un esercito di 3,9 milioni di persone, quasi 350 mila residenti nel Lazio – sono in attesa di provvedimenti che consentano loro di camminare a testa alta nel mondo del lavoro e, perchè no, iniziare davvero una carriera. La nuova riforma del lavoro, allo studio del governo e parti sociali, è quindi guardata con molta attenzione dagli «atipici», dai «parasubordinati», dai «co.co.co», dalle «partite Iva» che più di tutti stanno pagando la crisi con licenziamenti, perdite di contratti, o meglio, mancati rinnovi.
In molti sperano, ma c'è anche chi non vede grandi miglioramenti nella riforma del lavoro allo studio, come il comitato «Il nostro tempo è adesso» (vicino alla Cgil) che organizza lunedì (alle 18) in piazza Montecitorio un sit-in con assemblea pubblica.
Riforma del lavoro: la campagna dei precari «Non ce la beviamo»
SALARI: 836 EURO LA MEDIA – Hanno in media una busta paga di 836 euro al mese (927 per i maschi e 759 euro per le donne), solo il 15% ha una laurea (e il 38,9% non ha proseguito gli studi dopo la scuola dell' obbligo) e fanno i lavori più faticosi (dalla ristorazione all' agricoltura) senza ferie pagate né tredicesima. Questo è l'identikit dei 3.941.420 precati italianisecondo l'ultimo studio della Cgia di Mestre . Un fenomeno in aumento: tra il 2008 - l'anno in cui gli economisti riconoscono l'inizio della crisi economica - e il 2010, sono aumentati del 4 per cento.
Precari in protesta a Roma (Eidon)
LAZIO, RECORD NEGATIVO –Altro che scrivania fissa in un ministero. E' la pubblica amministrazione, compresi i servizi pubblici e sociali, sempre secondo la Cgia, il settore più «precario» di tutti. Raccoglie un terzo (il 34%) di tutti i precari d' Italia, oltre 1 milione, mentre il commercio si ferma a 436 mila, i servizi alle imprese a 414 mila e gli alberghi/ristoranti a 337 mila. Ed è perciò inevitabile che il Lazio - dove si concentrano gli impiegati pubblici (ministeri, sanità e scuola per citare solo alcune categorie) - compaia in cima alla classifica per numero di precari: 347.806, pari al 15,4% di tutti gli occupati della regione . Un record negativo superato solo dalla Lombardia dove lavorano 524.443 precari.
Una manifestazione della Cgil contro il precariato (Eidon)
PRECARI IN CASSA INTEGRAZIONE – Secondo la Cgil, nel Lazio sono almeno8 mila i lavoratori del commercio divenuti precari nei soli ultimi sei mesi, mentre 1.200 sono finiti in cassa integrazione. Negli ultimi 18 mesi, sempre secondo il sindacato, sono andati perduti 100 mila posti di lavoro nei servizi, la maggior parte con scarsa o nulla compensazione in ammortizzatori sociali. Inoltre 90 mila collaboratori scomparsi in 24 mesi dal 2008 al 2010. Quasi 170 milioni di ore di cassa integrazione negli ultimi tre anni e oltre 1,2 miliardi di euro di salari persi dai lavoratori. E ci sono 35 mila lavoratori «standard» in cassa integrazione a dicembre 2011 e quasi 65 mila coinvolti.
Riforma del lavoro: la campagna dei precari «Non ce la beviamo»
DALL'ISPRA AI DOCENTI – Ricercatori, docenti, medici e infermieri. Dall'inizio della crisi sono innumerevoli le proteste che hanno agitato le piazze della Capitale. Hanno dato il là alle agitazioni i precari dell'Ispra che tra la fine del 2009 e l'inizio del 2010 hanno piantato le tende sul tetto dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.Sono scesi solo dopo 57 giorni di protesta e grazie a un accordo che salvava i 43 contratti contratti a rischio.
DIRITTI IN PIAZZA – Diritti elementari che dovrebbero essere di tutti: avere una pensione, un tetto sopra la testa, fare dei figli, andare in ferie, potersi ammalare senza aver paura di essere licenziati. Questo chiedono i precari e per ribadire le proprie istanze, alla vigilia di un vertice che sembra determinante per la riforma del lavoro, il comitato «Il nostro tempo è adesso» che lo scorso 9 aprile ha portato in piazza migliaia di precariha organizzato per lunedì 19 marzo alle ore 18 in piazza Montecitorio un'assemblea a microfono aperto.
«Non ce la beviamo» è il titolo sotto il quale si raduneranno associazioni, reti e coordinamenti di giovani e precari. L'obiettivo è dire con forza che «la precarietà è causa della crisi e non la soluzione. E' il frutto di scelte politiche precise di un'intera classe dirigente che con incredibile ipocrisia adesso pensa di utilizzare i giovani per giustificare l'esigenza di maggiore precarietà».
Carlotta De Leo


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