Che i precari siano schiavi è dimostrato dalla loro retribuzione,
incapace di consentire la sopravvivenza nella nostra Italia; che questa
condizione sociale –precaria- aumenti il diffondersi di depressioni, è dimostrato
dai tanti casi di suicidi; che la flessibilità distrugga e contagi l’intera
società è dimostrato dalla mancanza di nascite e dal crollo dei consumi.
Ma, nessuno pone l’attenzione sui diritti, che diventano
obblighi per il lavoratore, ma che sono anche fiducia e sicurezza per il sociale.
Avere un medico e infermiere precario che non vota alle RSU
sindacali aziendali, significa avere un professionista senza nessuno che lo
tuteli; se lo stesso per curare, medicare, fasciare, salvare vite umane è
obbligato a formarsi continuamente, ma gli è vietato il diritto d’assentarsi
per partecipare a congressi, e la gratuità per loro diventa esoso costo, ciò
crea una platea d’ignoranti che cercano senza mezzi e con qualche ricordo
universitario di mandare avanti ospedali vecchi e affollati.
A queste vittime della sanità malata e precaria è vietato
anche studiare frequentando corsi e master universitari, perché è loro negato
il diritto allo studio, oltre a quello della maternità, malattia, lutto, ecc.
Insomma se la sanità è malata, è colpa di un dio ignorante,
che non ha ancora compreso nonostante le migliaia ore d’insegnamento fatte in
tema d’economia e di lavoro, che urge la stabilizzazione del personale precario
con più di tre anni di lavoro nella P.A., e non semplici concorsi interni.
Domenico CIRASOLE
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